Eni e Regione Lombardia: zero emissioni nette dell’upstream entro il 2030

Sono diverse le iniziative concordate per raggiungere un futuro più ecologico.

Eni e Regione Lombardia: zero emissioni nette dell’upstream entro il 2030
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Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il Chief Refining & Marketing Officer di Eni Giuseppe Ricci hanno sottoscritto oggi, 1 luglio 2019, presso la raffineria Eni a Sannazzaro de’ Burgondi, un Protocollo d’Intesa finalizzato a implementare un percorso di sviluppo congiunto in ottica circolare, che porti allo studio e alla definizione di nuovi modelli industriali per una crescita sostenibile di lungo termine, nella prospettiva di un futuro low carbon.

L'intesa tra Eni e Regione Lombardia

L’intesa definisce i capisaldi del percorso di collaborazione per la salvaguardia delle risorse naturali attraverso un uso efficiente e sostenibile delle stesse, la promozione del recupero, riuso ed estensione della vita utile dei prodotti e della produzione di prodotti energetici sostenibili, quali biocarburanti e bio-chemicals, e attraverso la valorizzazione delle biomasse o dei rifiuti.

Diverse iniziative per un futuro più ecologico

Le iniziative riguarderanno vari ambiti: studi e sperimentazioni per la valorizzazione e ottimizzazione della gestione dei rifiuti urbani, anche attraverso sistemi di mappatura e tracciabilità con strumenti digitali, con particolare riguardo alla frazione organica, che Eni attraverso la tecnologia proprietaria Waste to Fuel sta testando in un impianto pilota a Gela per la produzione di bio-olio; la valorizzazione dei fanghi biologici e dei rifiuti plastici, attraverso le tecnologie di riciclo di materia o di conversione in intermedi chimici e/o energetici; la valorizzazione delle biomasse di scarto delle filiere produttive lombarde, in particolare del riso, del settore lattiero caseario e dell’industria delle carni, per il recupero dei grassi animali.

Raccolta e recupero di oli domestici per biocamburanti

Regione ed Eni studieranno anche modelli virtuosi di raccolta e recupero degli oli esausti domestici per la produzione di biocarburanti, e per il recupero e riuso, a fini produttivi, delle acque di provenienza industriale o civile. Nelle aree industriali in corso di bonifica o già riqualificate si potranno sviluppare iniziative di produzione di energia rinnovabile, mentre per la mobilità verranno studiate soluzioni che puntino alla riduzione delle emissioni e all’efficienza nell’uso delle auto private e del trasporto pubblico e del car sharing.

Eni e Regione Lombardia come "agenti di cambiamento"

Regione Lombardia ed Eni si pongono quindi come “agenti di cambiamento”, per apportare strumenti e competenze scientifico-tecnologiche proprie finalizzate a realizzare le iniziative da individuare congiuntamente: la Regione metterà a disposizione strumenti di governance, di programmazione e di raccordo col territorio, mentre Eni apporterà il know-how proprio e delle società del gruppo e, ove possibile, dei propri partner.

Obiettivo: raggiungere le zero emissioni dell'upstream entro il 2030

Eni ha avviato da tempo un chiaro percorso di decarbonizzazione e quest’anno ha ulteriormente rilanciato il proprio impegno con un nuovo obiettivo ancora più sfidante: raggiungere le zero emissioni nette dell’upstream entro il 2030. Eni conta di raggiungere questo target innanzitutto attraverso importanti interventi mirati all’ aumento di efficienza, al fine di minimizzare le emissioni dirette di CO2 dell’upstream: entro il 2025, infatti, la compagnia si impegna a ridurre di circa il 45% l’intensità emissiva delle proprie attività upstream, ad azzerare il flaring di processo e ridurre dell’80% le emissioni fuggitive di metano. La strategia di decarbonizzazione di Eni conta anche sulla crescita delle fonti low carbon, con l’aumento della quota di gas e biofuel nel portafoglio della società; un aumento delle fonti a zero emissioni, come il solare, l’eolico e i sistemi ibridi; infine, ma non ultimo, un approccio circolare che massimizza l’uso dei rifiuti come feedstock e che trasforma ed estende la vita utile degli asset.

950 milioni di Euro nei prossimi 4 anni

Nei prossimi quattro anni Eni investirà oltre 950 milioni di euro, più altri 220 milioni in ricerca e sviluppo, per sviluppare soluzioni industriali circolari. In questo ambito la compagnia ha già raggiunto primati e risultati importanti. Per fare alcuni esempi, nel campo della raffinazione, oltre a essere la prima compagnia al mondo ad avere convertito una raffineria tradizionale in bioraffineria (a Venezia e presto anche a Gela), Eni è impegnata nel recupero degli oli vegetali usati e di frittura per produrre green diesel a supporto della mobilità sostenibile e sta sviluppando soluzioni tecnologiche che consentono di generare olio microbico da rifiuti di biomassa lignocellulosica (per esempio la paglia di grano o quella del mais).

La tecnologia Waste to Fuel di Eni

Sempre puntando all’integrazione lungo tutta la filiera dell’economia circolare, Eni ha sviluppato e brevettato la tecnologia Waste to Fuel, che consente di utilizzare la frazione organica dei rifiuti urbani per produrre energia, trasformandoli tramite un processo di liquefazione in un bio‐olio che può essere utilizzato direttamente come combustibile nel trasporto marino. Un circolo virtuoso che è stato avviato con un impianto pilota a Gela, finalizzato alla realizzazione di impianti industriali presso altri siti italiani di Eni, tra i quali Porto Marghera. Anche nella chimica Eni ha avviato diversi progetti, che includono soluzioni per la diversificazione dei feedstock, il riciclo dei polimeri, e iniziative di eco-design per massimizzare il riciclo dei prodotti e ottimizzare il consumo di materie prime.

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