Nuovo ambulatorio al San Matteo

Un nuovo ambulatorio sulle complicanze muscolo-scheletriche dell’emofilia.

Nuovo ambulatorio al San Matteo
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Nuovo ambulatorio al San Matteo sulle complicanze muscolo-scheletriche dell’emofilia

Nuovo ambulatorio al San Matteo

Istituito recentemente al San Matteo, l’ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura delle complicanze muscoloscheletriche dell’emofilia (una malattia di origine genetica dovuta ad un difetto della coagulazione del sangue) e delle coagulopatie ereditarie. Se ne occupa Gianluigi Pasta, da pochi mesi impegnato presso la struttura di Ortopedia e Traumatologia, diretta da Franco Benazzo.

Eccellenza

Pasta, che proviene dal Policlinico di Milano, è uno dei massimi esperti in Italia in questo particolare ambito clinico. Attualmente è Senior Vice President del Comitato Muscoloscheletrico della Federazione Mondiale dell’Emofilia e Coordinatore del Comitato Muscoloscheletrico dell’Associazione Italiana Centri Emofilia. “L’emorragia endoarticolare (il versamento di sangue nelle cavità di una articolazione) è la principale manifestazione clinica dell’emofilia”, spiega il neo specialista del San Matteo. “Può manifestarsi spontaneamente (senza traumi evidenti) o in seguito a traumi anche di lieve entità. Il continuo ripetersi di simili episodi emorragici a carico di una stessa articolazione, determina un processo infiammatorio, dapprima acuto e successivamente cronico, e favorisce l’instaurarsi dell’artropatia cronica emofilica, caratterizzata da una degenerazione cronica e progressiva di tutte le strutture articolari. Clinicamente l’artropatia cronica emofilica si caratterizza per la comparsa di dolore, limitazione funzionale e deformità. Le articolazioni più colpite sono, in ordine, di frequenza il ginocchio, il gomito e la caviglia”.

Di tutto questo sui occupa il nuovo ambulatorio del Policlinico, compreso l’eventuale orientamento alla chirurgia ortopedica, il cui intervento è mirato “al trattamento dell’artropatia emofilica nelle sue varie fasi evolutive, con il fine di curare il danno ormai instaurato, di cercare di prevenire l’instaurarsi di un danno non ancora presente o di limitare l’evoluzione e la progressione di danni presenti ma di grado lieve”. Vale la pena ricordare che il primo lavoro sul trattamento chirurgico della sinovite emofilica – un intervento di assoluta novità mondiale per i tempi, svolto assieme agli ortopedici - fu pubblica su Lancet nel 1968 , da parte di Edoardo Storti, che ha anche diretto per anni la scuola di Ematologia e il Centro per lo studio e il trattamento dell’emofilia del San Matteo. L’arrivo in Policlinico di una professionalità come quella di Gianluigi Pasta, sottolinea Franco Benazzo “va nell’ottica di proseguire la strada pioneristica tracciata anni fa”.

L'ambulatorio

Nel corso dell’attività ambulatoriale del San Matteo saranno utilizzati tutti gli strumenti più attuali per una diagnosi clinica e strumentale precoce di coinvolgimento articolare. Di più: “la stretta collaborazione con il Centro Emofilia della nostra Fondazione (responsabile Chiara Ambaglio) e di diversi Centri Emofilia presenti sul territorio nazionale – aggiunge ancora Gianluigi Pasta- renderà possibile l’incremento degli interventi chirurgici eseguiti sui pazienti emofilici con l’utilizzo delle tecniche e dei materiali di chirurgia protesica più innovativi”.

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