Tumore al seno gestione del rischio ereditario al San Matteo

Mutazione genetica BRCA e rischio di tumore al seno: una due giorni in arrivo al San Matteo sul tema.

Tumore al seno gestione del rischio ereditario al San Matteo
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Tumore al seno: al centro del confronto la mutazione genetica BRCA 1 o BRCA2 che accresce notevolmente il rischio di cancro ovarico e della mammella.

Tumore al seno

“Nuove evidenze nella gestione del rischio ereditario senologico e ginecologico”: questo il tiitolo della due giorni organizzata al San Matteo, il 4 e 5 maggio prossimi, dal Policlinico e da aBRCAdaBRA onlus, associazione che conta ormai oltre 1500 iscritti (il numero più elevato di soci è in Lombardia dove si sta superando, ampiamente, la soglia delle 200 adesioni). Al centro del confronto la mutazione genetica BRCA 1 o BRCA2 che accresce notevolmente il rischio di cancro ovarico e della mammella: per identificarla bisogna sottoporsi al test genetico BRCA, fondamentale per intervenire precocemente e individuare le terapie più adatte.

Prevenzione

Nel corso della prima giornata si farà il punto sugli obiettivi raggiunti e su quelli futuri dell’Associazione. Vale la pena ricordare che la onlus si propone di intercettare più donne possibili con mutazione BRCA ancora sane per evitare malattie con tassi di mortalità elevati e permettere loro di essere messe in sicurezza attraverso opzioni di prevenzione e diagnosi precoce. Si calcola che una persona su 400 sia portatrice della mutazione BRCA; in Lombardia se ne stimano almeno 25.000, gran parte delle quali inconsapevoli di questa spada di Damocle. Il giorno seguente è dedicato all’aggiornamento scientifico degli operatori che hanno a che fare con la tematica: specialisti senologi, radiologi, ginecologi, ostetrici, operatori infermieristici ospedalieri, medici di famiglia (Il rischio ereditario è un tema recente e in rapida evoluzione).  Naturalmente si parlerà anche di mastectomia preventiva, di nuovi farmaci per chi sviluppa un tumore associato al BRCA, di innovative forme di prevenzione, di diagnosi precocissima come la “biopsia liquida”.

Eccellenza non solo pavese

Tra i responsabili scientifici della due giorni Alberta Ferrari, senologa del San Matteo, che si occupa, da oltre 10 anni, presso la struttura di Senologia diretta da Adele Sgarella, della presa in carico della donna con mutazione BRCA o comunque ad alto rischio ereditario o familiare di sviluppare un carcinoma mammario e ovarico.   Il risultato di questo impegno è oggi un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale, vero fiore all’occhiello del Policlinico, in grado di rispondere alla richiesta non solo della popolazione locale a rischio genetico, ma anche delle donne provenienti da tutta Italia, che non hanno trovato risposte nel territorio di appartenenza. Al San Matteo afferiscono a questo percorso dedicato 2/4 donne ogni settimana, spesso provenienti da altre provincie e regioni.

Mastectomia preventiva

“L’unicità del percorso al San Matteo – spiega la senologa, Alberta Ferrari - è la completezza: non solo nell’attenzione e tempestività con cui viene identificata la donna a rischio dal team di diversi specialisti, ma anche per il sostegno qualificato offerto successivamente alla positività di un test genetico presso il centro dedicato del Policlinico. La donna trova infatti immediatamente assistenza presso l’ambulatorio senologico Donna ad Alto Rischio (DAR) che integra varie competenze specialistiche. Dopo aver discusso con la paziente sulle diverse opzioni di riduzione del rischio di sviluppare un tumore al seno e all’ovaio, se sana, o un secondo tumore se la mutazione BRCA è emersa dopo una diagnosi oncologica, la senologa – continua la specialista del San Matteo -  si interfaccia con psicologa, radiologi, oncologi, ginecologhe: un team di specialisti esperti in problematiche correlate al BRCA. Insieme si discute il caso specifico e, tenendo conto delle preferenze della donna, si offrono soluzioni. Tra queste è inclusa la mastectomia preventiva, sulla quale in Italia c’è stato molto pregiudizio e informazione errata, ma che rappresenta per molte donne l’opzione migliore”. Negli ultimi 7 anni, presso la Senologia del San Matteo, sono state 68 le donne sottoposte a 109 mastectomie preventive

 

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