Addio a Felice Gimondi: “Icona di grinta, resilienza e passione autentica”

Era nato a Sedrina e viveva ad Almé. In questi giorni si trovava in vacanza con la moglie.

Addio a Felice Gimondi: “Icona di grinta, resilienza e passione autentica”
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Il campione è morto. Felice Gimondi,  uno dei più grandi campioni italiani di ciclismo, bergamasco, è morto ieri sera a Giardini Naxos in Sicilia, dove si trovava per un periodo di ferie. Nato il 29 settembre 1942, aveva 76 anni. Era nato a Sedrina e viveva ad Almé. In questi giorni si trovava in vacanza in Sicilia con la moglie. Bergamasco della ValBrembana, aveva anche un pezzo di Treviglio nel cuore: la Bianchi biciclette.

Felice Gimondi, il campione

Felice Gimondi è stato un gigante del ciclismo mondiale e uno dei protagonisti di questo sport, che probabilmente è così popolare in bergamasca anche grazie a lui. È uno dei sette corridori  ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri: Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta. Fu campione del giro nel 1967, 1969 e 1976, vinse il Tour  nel 1965  e la Vuelta spagnola tre anni dopo.  Vinse anche una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia.

Il team Bianchi e l’addio alle attività

A Treviglio Felice Gimondi era presidente del Team Bianchi Counterveil, che proprio nei giorni scorsi aveva annunciato la cessazione di tutte le attività dal prossimo dicembre. (Leggi qui)

“Un’icona straordinaria di grinta, resilienza e passione autentica”

Anche la stessa Bianchi, mitica azienda produttrice di biciclette che ha sede a Treviglio e di cui Gimondi è stato per anni “un simbolo”, gli ha detto addio con un toccante post sulla sua pagina ufficiale.

La carriera: dalle valli alla sfida con l’eterno rivale Eddie Merckx

Felice Gimondi comincia a correre in bicicletta da adolescente. Si segnala tra i dilettanti vincendo nel 1964 il Tour de l’Avenir. L’anno dopo diventa professionista e compie subito un’impresa: va a vincere il Tour de France davanti a Raymond Poulidor (secondo anche l’anno precedente) e a Gianni Motta. Pochi mesi prima era arrivato terzo al Giro d’Italia. Nel 1966 si dedica soprattutto alle grandi classiche aggiudicandosi importanti successi, tra cui la Parigi- Roubaix, la Parigi-Bruxelles e il Giro di Lombardia.

A 26 anni aveva vinto “tutto”

Nel 1967 ci riprova col Giro d’Italia che si aggiudica davanti a Franco Balmamion e al francese Jacques Anquetil. Quell’anno avrebbe potuto bissare il successo al Tour ma, a causa di problemi fisici, dovette accontentarsi di un paio di vittorie di tappa.
E’ nel 1968 che Gimondi completa il “grande slam” del ciclismo andando a vincere la Vuelta di Spagna e diventando, a 26 anni, uno dei cinque ciclisti (gli altri sono Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Alberto Contador) ad aver vinto tutte e tre le principali corse a tappe (Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta a España).

Campione del mondo

L’anno successivo bissa il successo al Giro d’Italia davanti a Claudio Michelotto e Italio Zilioli dopo la squalifica di Eddy Merckx. Deve aspettare, però, fino al 1973 per vestire la maglia di campione del mondo: ci riesce a Barcellona, sul colle di Monjuich, dopo una splendida volata a quattro in cui precede il velocista belga Freddy Maertens, lo spagnolo Luis Ocana e l’eterno rivale Eddy Merckx.
Con la maglia iridata sulle spalle, il campione bergamasco va a chiudere la stagione vincendo di nuovo il Giro di Lombardia e, soprattutto, ad aprire il 1974 con la tanto agognata vittoria alla Milano-Sanremo.
La sua carriera si chiude nel 1977, ma l’anno precedente va a vincere per la terza volta il Giro d’Italia, con soli 19 secondi di vantaggio sul belga Johan De Muynck e 49 secondi su Fausto Bertoglio (che l’aveva vinto l’anno prima), togliendosi anche la soddisfazione di arrivare primo sul traguardo della tappa che finiva a casa sua, la Terme di Comano-Bergamo.

Anche la Regione in lutto

“Ci lascia un monumento dello sport italiano. Un campionissimo del ciclismo che ha esaltato la mia generazione con imprese uniche. Un atleta che sulla bicicletta esprimeva tutta la caparbietà e la voglia di arrivare dei bergamaschi e più in generale dei lombardi. Che riposi in pace. Mi piace pensare che lassù abbia già incontrato Coppi, Bartali e tutti gli altri campioni che hanno scritto la storia del ciclismo”.

Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, esprimendo il cordoglio dell’intera Giunta lombarda per la scomparsa di Felice Gimondi.

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