Pestaggio in comunità educativa: in manette due minorenni

La vittima ha presentato contusioni multiple al cranio, al volto e al collo.

Pestaggio in comunità educativa: in manette due minorenni
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Nella tarda serata di lunedì 12 agosto 2019 il personale  della Questura di Pavia ha proceduto all'arresto di M.R. di 16 anni, e di G.D., di quasi 18 anni, entrambi cittadini italiani, ospiti di una comunità educativa del capoluogo, in quanto responsabili del reato di tentata rapina e lesioni personali in pregiudizio di un altro ospite, anch'egli minorenne.
La richiesta d'intervento è pervenuta poco prima delle 20 direttamente dagli educatori in servizio presso la struttura i quali, allertati da uno dei minori presenti in struttura, hanno segnalato una lite tra più ospiti, uno dei quali era rimasto ferito.

L'intervento della Volante

Prontamente inviati sul posto, gli equipaggi di Volante hanno bloccato alcuni giovani coinvolti nella lite ed hanno proceduto ad assumere informazioni dagli educatori presenti durante i fatti.
Uno dei minori presentava delle vistose ferite al capo e alla nuca ed è stato richiesto l'intervento di un'ambulanza per prestargli le prime cure.

La ricostruzione dei fatti: dal pugilato al pestaggio

Dalle dichiarazioni rese dagli educatori è emerso che intorno alle 18.30, due ragazzi della comunità, senza essere stati preventivamente autorizzati, hanno dato inizio ad un incontro di pugilato. Nel corso dell'incontro, uno dei due partecipanti ha iniziato a colpire con eccessiva violenza il suo avversario (risultato poi essere la vittima), al punto da indurlo ad abbandonare.
Mentre quest'ultimo si stava allontanando dal posto è stato nuovamente avvicinato dal suo sfidante e da un altro ragazzo della comunità (per l'appunto M.R. e G.D.) che hanno iniziato a colpito con alcuni pugni al volto. La vittima è fortunatamente riuscita a scappare trovando riparo in un ufficio degli educatori e raccontando loro l'accaduto.

L'intervento degli educatori non è bastato

Gli educatori sono riusciti in un primo momento a ripristinare la calma ed il ragazzo aggredito si è allontanato verso la propria stanza. Nei corridoi della struttura è stato però nuovamente intercettato e raggiunto dagli altri due ospiti che, con fare minaccioso, gli hanno imposto di seguirli. Al rifiuto da parte sua i due, in presenza di un terzo individuo successivamente identificato per C.A.R., lo hanno nuovamente colpito con pugni e calci, minacciandolo con un tirapugni, un cacciavite ed un collo di bottiglia se non avesse consegnato loro il telefono cellulare.
La vittima, pur essendo intimorita, non ha dato seguito alle richieste degli aggressori scappando nuovamente a chiedere aiuto agli educatori, che a questo punto hanno deciso di chiamare la polizia.

Gli accertamenti degli operatori

I tempestivi accertamenti condotti dagli operatori che hanno raccolto le dichiarazioni di tutti i testimoni, hanno consentito di appurare che già da qualche giorno i due avevano preso di mira il malcapitato, minacciandolo e perseguitandolo all'interno della struttura con la finalità di farsi consegnare il cellulare.
Nel corso della perquisizione effettuata nella stanza dei due, gli operanti hanno rinvenuto e posto sotto sequestro il tirapugni, il cacciavite ed il collo di bottiglia utilizzati nel tentativo di rapina.
Il malcapitato, dopo essere stato trasportato in ospedale, nella serata è stato dimesso e giudicato guaribile in 21 giorni per contusioni multiple al cranio, al volto e al collo.

La vittima è stata minacciata da un terzo ragazzo

Poco prima di essere trasportato presso il nosocomio, un terzo individuo, successivamente identificato per C.A.R., 17enne amico di M.R. e G.D., si è avvicinato al'autolettiga, minacciandolo di morte e di ritorsioni.
Al termine dell'attività, gli operanti, informata la Procura presso il Tribunale dei Minori, hanno proceduto all'arresto dei due autori per tentata rapina e lesioni personali in concorso ed hanno identificato e denunciato in stato di libertà il terzo individuo autore delle minacce gravi. Ad M.R. e G.D. sono stati contestati anche gli atti persecutori, vista la ripetitività delle condotte violente e minacciose poste in essere.
Entrambi successivamente sono stati condotti presso il Beccaria di Milano e messi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

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