Zecca clandestina, arrestate tre persone in flagranza di reato

Le monete venivano vendute a circa il 50% del loro valore nominale.

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Zecca clandestina a Villanterio: arrestati tre uomini in flagranza di reato.

Zecca clandestina

Il Comando Provinciale Carabinieri di Pavia, all’interno del normale quadro di controllo del territorio, ha appreso da fonti locali che vi era un interessamento di soggetti, provenienti da altre provincie, ad eleggere la zona industriale di Villanterio quale base operativa per illecite attività.

La notizia è stata incrociata con il database dei controlli effettuati dai militari dell’Arma nell’ambito della circolazione stradale e della vigilanza agli esercizi pubblici riscontrando effettivamente che alcuni soggetti, tutti con precedenti penali per la produzione e commercializzazione di monete contraffatte, e tutti con precedenti di mestiere nell’ambito della metallurgia o della meccanica, erano stati notati nei pressi di Villanterio. Immediato è stato quindi il coinvolgimento dei Carabinieri dell’Antifalsificazione Monetaria di Roma, reparto specializzato nel contrasto al traffico di valuta falsa, considerato dalla BCE riferimento per l’antifalsificazione monetaria.

Presse meccaniche

Grazie all’expertise dei Militari giunti da Roma e alle notizie acquisite dai militari locali, è stata presto individuata come possibile base del gruppo criminale una struttura dismessa all’interno di un deposito di bevande in uso ad uno dei soggetti coinvolti. L’irruzione, avvenuta nel pomeriggio del 9 luglio, ha permesso di trarre in arresto tre dei soggetti (N. D., Classe 1947 da Reggio Calabria, residente a Torino – G.M. Classe 1963 da Rovigo, residente nel torinese – M.C. Classe 1964 da Como, residente nel Bergamasco) sorpresi nella flagranza di produzione di monete metalliche (50 Centesimi di Euro). Gli stessi utilizzavano un sistema industriale di presse meccaniche unitamente ai coni realizzati artigianalmente con sistema elettrolitico e vero cuore di tutta l’attività.

Il sequestro

Nell’operazione, insieme ai macchinari, venivano inoltre sequestrate oltre 250 monete che costituivano un campionamento per testare la capacità produttiva e la qualità del prodotto realizzato, l’attività della zecca clandestina era infatti verosimilmente nelle fasi iniziali e la produzione effettuata fino a quel momento si dovrebbe aggirare nell’ordine di qualche migliaio di monete vendute a circa il 50% del loro valore nominale.

Il conio

Il macchinario utilizzato dai falsari, a pieno regime, avrebbe consentito di coniare circa 2.000 monete al giorno, verosimilmente destinate a commercianti collusi, operanti nelle varie provincie italiane ma anche estere, che le avrebbero reimmesse in circolazione nella loro normale attività.

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